Il Cibo Ultraprocessato e il Lato Occulto degli Additivi Alimentari

Cibo Ultraprocessato

Il cibo ultraprocessato rappresenta una categoria di alimenti che ha subito numerosi processi industriali, spesso includendo ingredienti artificiali e additivi. Questi prodotti possono offrire comodità e lunga conservazione, ma c’è un lato nascosto che solleva preoccupazioni.

Gli additivi alimentari sono sostanze aggiunte agli alimenti per migliorarne la consistenza, il sapore, il colore e la conservabilità. Tuttavia, alcuni di questi additivi possono avere effetti negativi sulla salute. Ad esempio, alcuni coloranti artificiali sono stati associati a problemi comportamentali nei bambini.

Inoltre, gran parte del cibo ultraprocessato contiene elevati livelli di zuccheri aggiunti, grassi saturi e sale, il che può contribuire a problemi di salute come l’obesità, le malattie cardiache e l’ipertensione.

Il consumo eccessivo di cibo ultraprocessato

è stato collegato anche a una minore assunzione di nutrienti essenziali e a uno squilibrio nella flora intestinale, che può influire sulla salute digestiva e immunitaria.

Per fare scelte alimentari più consapevoli, è importante leggere le etichette degli alimenti, cercando di evitare cibi con una lunga lista di ingredienti artificiali e additivi. Preferire cibi freschi e minimamente processati può contribuire a una dieta più equilibrata e benefica per la salute.

additivi alimentari

Perché siamo sempre più malati

Il consumo abituale di cibi ultraprocessati provoca danni dovuti a una combinazione insalubre di zuccheri, sale e oli raffinati. Tuttavia, un altro problema è legato agli additivi alimentari, alcune sostanze aggiunte ai cibi trasformati industrialmente per modificarne l’aroma, il gusto, il colore, la consistenza e la conservabilità.

La lista degli additivi alimentari è estesa (oltre 2500 sostanze), e qui tratteremo solo quelli presenti più frequentemente e considerati tra i più dannosi.

Questi additivi sono noti per la loro tossicità per l’organismo umano e rappresentano una delle principali cause delle attuali pandemie di diabete, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari e cancro diffuse soprattutto nei Paesi sviluppati.

Gli additivi alimentari nei cibi ultraprocessati costituiscono una seria minaccia per la salute, contribuendo alle attuali epidemie di malattie croniche nei Paesi industrializzati.

Dove stanno gli additivi alimentari occulti

Sono presenti in numerosi alimenti che fanno parte in modo significativo della dieta degli italiani, soprattutto in quella dei bambini e dei ragazzi.

Gli additivi alimentari si trovano: in varie tipologie di pane conservato, nelle pizze surgelate, negli snack salati, nei cereali per la colazione, nei biscotti, nelle brioches, nei dolciumi, nelle patatine fritte, nelle bevande zuccherate, nei succhi di frutta, nelle caramelle, nelle zuppe pronte, nelle barrette energetiche, nei prodotti light, nei sostituti del pane, negli hamburger, nei wurstel e nei preparati a base di carne lavorata, negli yogurt alla frutta, nei gelati, nei piatti precotti e nei surgelati.

Il lato occulto degli additivi alimentari emerge in una vasta gamma di alimenti comuni, spesso consumati nella dieta quotidiana degli italiani, con particolare rilevanza per bambini e giovani.

Quali sono le sostanze tossiche e quali sono gli effetti sull’organismo

Le sostanze tossiche sono sostanze chimiche che possono causare danni o effetti nocivi all’organismo quando sono esposte a dosi sufficienti. Esistono diverse categorie di sostanze tossiche, e i loro effetti variano a seconda della natura chimica della sostanza e della durata e intensità dell’esposizione.

Ecco alcune categorie comuni di sostanze tossiche e i loro potenziali effetti sull’organismo:

  • Metalli pesanti: sostanze come piombo, mercurio, cadmio e arsenico possono accumularsi nei tessuti del corpo e causare danni a vari organi. Possono influire sul sistema nervoso, causare danni renali, danneggiare il fegato e avere effetti negativi sul sistema riproduttivo;
  • Prodotti chimici industriali: molte sostanze chimiche utilizzate in processi industriali possono essere tossiche per l’organismo. Ad esempio, solventi, coloranti, pesticidi e sostanze chimiche utilizzate nei prodotti di consumo possono causare irritazioni, danni agli organi interni e problemi di salute a lungo termine;
  • Inquinanti atmosferici: l’esposizione a inquinanti atmosferici come particolato sottile, ozono e monossido di carbonio può avere effetti nocivi sulla salute respiratoria e cardiovascolare. Può causare malattie polmonari, aumentare il rischio di malattie cardiache e influenzare negativamente la funzione polmonare;
  • Farmaci e droghe: l’uso improprio di farmaci o l’abuso di droghe può essere tossico per l’organismo. Ad esempio, l’abuso di antibiotici può portare a resistenze batteriche, mentre l’abuso di sostanze psicoattive può danneggiare il sistema nervoso e gli organi vitali;
  • Prodotti chimici nei prodotti di consumo: alcuni prodotti di consumo, come cosmetici, detergenti e materiali per la casa, possono contenere sostanze chimiche dannose. Queste sostanze possono essere assorbite attraverso la pelle o inalate, portando a irritazioni cutanee, allergie o effetti più gravi sulla salute;
  • Contaminanti alimentari: alcuni alimenti possono essere contaminati da sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti o micotossine. L’assunzione di alimenti contaminati può causare avvelenamento alimentare, danni ai reni, al fegato e al sistema nervoso.

Gli effetti delle sostanze tossiche dipendono da diversi fattori, tra cui la quantità assunta, la durata dell’esposizione, la via di esposizione (inhalazione, ingestione, contatto cutaneo) e la suscettibilità individuale. È importante limitare l’esposizione a sostanze tossiche, adottare precauzioni di sicurezza e seguire le indicazioni di utilizzo sicuro per ridurre il rischio di danni alla salute. In caso di sospetta esposizione a sostanze tossiche, è consigliabile consultare un professionista medico.

Cibo Ultraprocessato

Gli emulsionanti:

come la carbossimetilcellulosa e il polisorbato-80, presenti in vari cibi ultraprocessati, hanno effetti dannosi sulla salute intestinale e generale, contribuendo a disturbi infiammatori, alterazioni della flora batterica e problemi di salute mentale come ansia e depressione.

I fosfonati inorganici:

aggiunti alle lavorazioni industriali, mostrano un profilo di tossicità allarmante, contribuendo ai danni alle pareti dei vasi arteriosi e aumentando il rischio di molteplici patologie, tra cui problemi cardiovascolari, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, malattie renali, tumori e mortalità generale.

Le transglutaminasi microbiche non dichiarate nelle etichette alimentari:

sono enzimi che, aggiunti a numerosi cibi trasformati, potrebbero contribuire all’aumento dei casi di celiachia e all’insorgenza di malattie autoimmuni, danneggiando la barriera intestinale.

I dolcificanti artificiali:

pur spesso considerati una scelta salutare, possono causare disbiosi intestinale e alterazioni metaboliche, portando a iperglicemia e insulino-resistenza in un breve periodo di tempo. Contrariamente alle aspettative, possono contribuire a problemi di peso più del comune zucchero.

I conservanti comuni:

impiegati per preservare il cibo, sono associati a effetti negativi sulla salute, inclusi l’infiammazione e l’insorgenza di malattie metaboliche e autoimmuni.

La combinazione di più conservanti in un alimento può avere un effetto sinergico, il che significa che l’effetto complessivo di questi conservanti insieme è maggiore rispetto alla somma degli effetti individuali. Questa sinergia può portare a un potenziamento reciproco degli effetti e può influire negativamente sul microbiota intestinale, cioè sulla comunità di batteri presenti nell’intestino.

Gli effetti tossici sul microbiota si traducono in un’alterazione della composizione e della funzione dei batteri intestinali.

Questo può compromettere la salute dell’intestino, influenzare il sistema immunitario e contribuire a condizioni come l’infiammazione e le malattie metaboliche. In breve, la combinazione di conservanti, quando agisce sinergicamente, può avere conseguenze più gravi sulla salute del microbiota rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare considerando ciascun conservante singolarmente.

Cibo Ultraprocessato

I contaminanti che possono entrare negli alimenti durante le fasi di lavorazione

I contaminanti di processo sono sostanze che possono entrare negli alimenti durante le fasi di produzione, trasformazione o manipolazione. Questi contaminanti possono provenire da varie fonti, come attrezzature industriali, materiali di imballaggio, agenti di pulizia o additivi utilizzati nel processo produttivo.

La contaminazione di processo può verificarsi anche a causa di pratiche non igieniche o errori durante la lavorazione degli alimenti.

Esempi di contaminanti di processo includono lubrificanti industriali, agenti di pulizia residui, metalli provenienti da attrezzature di produzione, sostanze chimiche utilizzate nella lavorazione degli alimenti e altre sostanze estranee che possono entrare nei prodotti alimentari durante le diverse fasi di produzione.

Tra le più note ricordiamo:

L’acrilammide

formatasi durante la cottura ad alte temperature di alimenti amidacei, è presente in quantità significative in diversi prodotti da forno ed è riconosciuta come un potente cancerogeno genotossico. La sua elevata presenza in alimenti spesso consumati dai bambini durante lo svezzamento solleva preoccupazioni sulla loro esposizione a questa sostanza nociva.

Il furano

riconosciuto come cancerogeno, è ampiamente presente in diversi alimenti consumati comunemente, compresi caffè, zuppe pronte, succhi di frutta, latti artificiali per neonati, omogeneizzati e altri alimenti destinati ai bambini. La sua presenza in questi prodotti alimentari suscita preoccupazioni sulla sicurezza e la salute, soprattutto per i più piccoli.

Gli esteri degli acidi grassi

ampiamente contenuti in cibi processati come dolci, torte, biscotti, merendine, creme, latti artificiali e pizza, sono associati alla formazione di tumori e presentano effetti tossici sui reni. La loro presenza in questi alimenti solleva preoccupazioni sulla salute e sottolinea l’importanza di una scelta consapevole dei cibi che consumiamo.

È importante comprendere che, nel processo di produzione industriale di cibi confezionati, vi è una diffusione di sostanze chimiche provenienti dai macchinari utilizzati nella trasformazione degli alimenti, dai materiali di imballaggio, dai contenitori dei prodotti alimentari e dai recipienti per il trasporto.

Tra le sostanze chimiche più conosciute figurano gli idrocarburi degli oli minerali, gli ftalati e la melammina.

Gli idrocarburi degli oli minerali possono derivare da lubrificanti industriali o da materiali impiegati nei macchinari e possono contaminare gli alimenti durante il processo di produzione. Gli ftalati, spesso utilizzati come plastificanti in materiali di imballaggio, possono migrare negli alimenti, mentre la melammina può essere rilasciata da contenitori o utensili durante la lavorazione degli alimenti.

Queste sostanze chimiche, se presenti in quantità significative nei cibi confezionati, sollevano preoccupazioni sulla potenziale esposizione umana a composti dannosi. Pertanto, è cruciale adottare pratiche industriali sicure e rigorosi standard di sicurezza alimentare per ridurre al minimo la presenza di tali sostanze nei prodotti alimentari che consumiamo.

Cibo Ultraprocessato

In conclusione

Comprendere il motivo di preferire i cibi non processati è fondamentale per la salute e il benessere a lungo termine. Nel processo di produzione industriale dei cibi confezionati, diverse sostanze chimiche possono essere introdotte negli alimenti da varie fonti, come i macchinari utilizzati nella trasformazione, i materiali di imballaggio, i contenitori per il trasporto e i recipienti dei prodotti alimentari.

Tra le sostanze chimiche più comuni figurano gli idrocarburi degli oli minerali, i ftalati e la melammina. Gli idrocarburi degli oli minerali possono derivare da lubrificanti industriali e contaminare gli alimenti durante la produzione. I ftalati, utilizzati come plastificanti nei materiali di imballaggio, possono migrare negli alimenti, mentre la melammina può essere rilasciata da contenitori o utensili.

La scelta di optare per cibi non processati riduce notevolmente l’esposizione a queste sostanze potenzialmente dannose.

Il cibo fresco e non processato ha meno probabilità di contenere residui di lubrificanti industriali, plastificanti o altre sostanze chimiche indesiderate. Questa scelta non è solo una questione di preferenza personale, ma si traduce in una decisione consapevole per garantire la propria salute, il benessere e una vita più lunga.

In conclusione, l’orientamento verso cibi non processati non è soltanto una raccomandazione basata su preferenze personali, ma è una scelta fondamentale per ridurre l’esposizione a sostanze chimiche indesiderate e preservare la salute a lungo termine.

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